PESCARA - In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2025 (European Heritage Days), promosse dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione Europea, con il patrocinio del Ministero della Cultura, la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica dell’Abruzzo e del Molise e l’Archivio di Stato di Pescara presentano Architetture: l’arte del costruire. Percorsi geografici e sociali delle donne in Abruzzo dal secolo XVII ad oggi, una mostra documentaria dedicata alle costruzioni sociali e ai luoghi vissuti dalle donne attraverso i secoli.
L’esposizione verrà inaugurata con due incontri, il 27 e 28 settembre 2025 dalle ore 9:30 alle 12:30 presso la sede dell’Archivio di Stato di Pescara. Dopo i saluti istituzionali del Sindaco di Pescara avv. Carlo Masci, del Soprintendente archivistico e bibliografico dell’Abruzzo e del Molise, dott. Vincenzo Mario Lombardi, e del Direttore dell’Archivio di Stato di Pescara, dott.ssa Silvia Iovane, seguiranno i contributi di esperti e archivisti, che introdurranno alla visita guidata che partirà alle ore 11.00.
Si tratta di una mostra dedicata alle donne attraverso i secoli, dal Seicento ai giorni nostri. Le donne, custodi di saperi e creatrici di stili, hanno plasmato l’arte di costruire nel tempo, lasciando un’impronta significativa, non solo nelle opere materiali ma anche nelle architetture immateriali: pratiche, relazioni e sistemi di convivenza che modellano il tessuto culturale e civile delle nostre società. Un viaggio che celebra la creatività, il ruolo e l’influenza delle donne nella costruzione del nostro mondo, passato e presente.
Sarà possibile visitare la mostra gratuitamente fino al 28 ottobre 2025, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9:30 alle ore 13:30 presso la sede dell’Archivio di Stato di Pescara.
L’esposizione si divide in due parti. Nella prima sezione si esplorano gli spazi delle donne e le storie di vita al femminile a partire dalle notizie ricavate dai protocolli notarili d’età moderna custoditi nell’Archivio di Stato di Pescara.
L’architettura, infatti, non è mai stata un semplice esercizio tecnico, bensì ha storicamente intrecciato la propria evoluzione nei modi più disparati con l’identità culturale delle società che di volta in volta l’hanno espressa. In particolare, “la casa”, spazio privato per eccellenza, racconta molto più di quanto sembri: è specchio dei valori, dei bisogni e delle trasformazioni sociali, economiche e persino morali.
Com’era la vita delle nostre antenate, quando non esisteva ancora “una stanza tutta per sé”? Quali funzioni svolgevano, quali arredi le circondavano, quale considerazione ricevevano? La risposta a queste domande si trova in fonti preziose come i capitoli matrimoniali e i contratti dotali del fondo notarile antico custodito presso l’Archivio di Stato di Pescara, che consentono di ricostruire non solo la distribuzione funzionale degli spazi e il “design” delle abitazioni, ma anche la vita quotidiana, i rapporti familiari e il ruolo attivo delle donne nella costruzione di destini condivisi. In quelle stanze, spesso silenziose e invisibili alla storia ufficiale, si è giocata una parte fondamentale dell’identità della donna: raccontarle oggi è un’occasione per restituire voce, spazio e dignità a chi ha costruito il quotidiano con gesti straordinariamente ordinari.
La seconda sezione della mostra vuole essere il riverbero delle questioni nazionali nella provincia italiana e ha come obiettivo il collocamento spaziale della donna al di fuori delle mura domestiche, la sua progressiva fuga dallo spazio della famiglia verso la conquista dell’autonomia politica. Le contingenze storiche portano infatti all’ingresso delle donne nella vita pubblica e all’esercizio di cariche istituzionali aprendo orizzonti nuovi e insperati rispetto al ruolo di “moglie e madre esemplare”: lo spazio istituzionale è allora uno spazio di emancipazione e di assunzione di nuove responsabilità che ha (e ha ancora) ripercussioni sul modo di vivere e popolare la città. Attraverso episodi specifici, e tenendo conto delle differenze sociali, si potranno cogliere tempi, forme e protagoniste di questa storia locale al femminile.
Le due sezioni sono arricchite da approfondimenti su alcune figure femminili, donne forti, creative capaci di anticipare i tempi, due donne che hanno raccontato la città dell’Aquila: una attraverso le immagini, Amalia Sperandio, fotografa vissuta tra ‘800 e’900, antesignana delle tematiche sull’emancipazione femminile, donna colta e stimata per le sue doti umane e artistiche; l’altra attraverso la penna, Anna Ventura, poetessa e scrittrice dell’ultimo Novecento, che ha saputo costruire un discorso poetico aderente alle cose concrete e ai nessi con la realtà quotidiana, in maniera innovativa rispetto alle correnti di fine secolo, innescando profonde riflessioni sul senso del nostro vivere.


